Samadhi – poesia di Paramahansa Yogananda

Nel famoso libro “Un’utobiografia di uno yogi – Un’esperienza nella coscienza cosmica“, nel capitolo 14, Paramahasa Yogananda descrive la straordinaria esperienza data dal suo Guru, Swami Sri Yukteshwar Giri. Fu come risultato di questa esperienza che Yogananda compose il poema Samadhi, che fu pubblicato per la prima volta nel volume “Sussurri dall’eternità” (Sussurri dall’eternità) dall’edizione del 1929.

Spesso esortava i suoi discepoli a leggere e memorizzare la poesia che scriveva perché era carica del magnetismo divino che aveva quando la compose. In India le parole di un Guru Village (Guru che conosce Dio direttamente) e soprattutto di un Avatar sono considerate sacre. Hanno il potere di alchimizzare la mente e la coscienza di chi li legge, li memorizza e soprattutto li interiorizza.

Samadhi

di Paramahansa Yogananda

Sparsi sono i veli di luce e di ombra,

In frantumi è ogni vapore di sofferenza.

Scomparse in lontananza sono tutte le albe di gioie effimere,

Sciolto è l’oscuro miraggio dei sensi.

Amore, odio, salute, malattia, vita e morte,

Sono finite queste false ombre sullo schermo della dualità.

Ondate di risate, orribili teste di sarcasmo, turbini di malinconia,

Sciolti sono nel vasto mare della Beatitudine.

La tempesta di Maya si calmò

Grazie alla bacchetta magica dell’intuizione profonda.

L’universo, un sogno dimenticato, si nasconde dal subconscio,

Pronti ad invadere la mia memoria divina appena risvegliata.

Vivo senza l’Ombra Cosmica,


Ma

non poteva esistere in mia assenza;

Proprio come il mare può esistere senza onde,


Ma

non possono respirare senza il mare.

Sogni, veglia, stati profondi di Turiya, sonno (profondo senza sogni-n.t),

Presente, passato, futuro – non esiste più per me,

Ma solo io, il Sé eternamente presente, eternamente fluente, ovunque.

Pianeti, stelle, polvere stellare, terra,

Esplosioni vulcaniche di cataclismi apocalittici,

La fornace formativa della Creazione,

Ghiacciai silenziosi a raggi X, bobine di elettroni che bruciano,

I pensieri di tutte le persone, dal passato, dal presente, dal futuro,

Ogni filo d’erba, io, l’umanità,

Ogni particella di polvere della creazione,

Ira, avidità, bene, male, liberazione, concupiscenze,

Li ho ingoiati, li ho trasmutati tutti


In

un vasto oceano di sangue del mio unico Essere!

Gioia ovattata, spesso accresciuta dalla meditazione continua,

Accecando i miei occhi pieni di lacrime,

Esplode nelle fiamme immortali della Beatitudine,

Ha consumato le mie lacrime, la mia struttura, tutto.

Tu sei Io, Io sono Te,

La Conoscenza, il Conoscitore, il Conosciuto – Uno che sono!

Estasi ininterrotta, serena, eterna, pace eterna!

La beatitudine del Samadhi, estatica oltre ogni immaginazione e aspettativa!

Non uno stato inconscio,

Nessun cloroformio mentale senza ritorno alla volontà,

Il Samadhi sta semplicemente espandendo il regno della mia coscienza,

Oltre i limiti del corpo mortale,

Alla frontiera più lontana dell’Eternità –

Dove io, il mare cosmico,

Guardo il piccolo ego fluttuare in Me.

Ogni passero, ogni granello di sabbia, non cade senza che io li veda.




L’intero spazio galleggia come un iceberg nella mia grande mente.

Io sono il Ricevente Gigante di tutte le cose che esistono!

Attraverso la meditazione sempre più profonda, più lunga, continua, assetata, donata dal guru,

Questo Samadhi celeste viene acquisito.

Si sentono fruscii di atomi in movimento;


Ed

ecco! la terra oscura, le montagne e i mari sono liquidi fusi!

I mari che scorrono si trasformano in vapori di nebulose!

AUM soffia sui vapori, rimuovendo miracolosamente i loro veli,

Rivelando un mare di elettroni luminosi,

Finché, fino all’ultimo suono del Tamburo Cosmico,

La luce densa scompare nei Raggi Eterni

della beatitudine onnipresente.

Per fortuna sono venuto, per fortuna vivo, per fortuna mi sciolgo.

Io, l’oceano della mente, bevo tutte le onde della Creazione.

I quattro veli: solido, liquido, vapore, luce,

Evapora lungo la strada.

Il mio sé, in pieno, entra nel Grande Sé.

Sono scomparse per sempre le ombre tremanti e inquiete della memoria mortale.

Immacolato è il cielo della mia mente, in basso, in avanti e molto in alto.

L’eternità ed io, un raggio unito.

Una piccola bolla di gioia, io

Siamo diventati il Mare della Gioia Stessa.

Fonte: https://despreyogananda.wordpress.com/2015/12/06/poemul-samadhi/

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